ShopperSignsHo finito i sacchetti di carta per la raccolta differenziata. Non è un dramma, ma senza compostiera domestica la vita rischia di diventare dura. Se non altro dal punto di vista olfattivo. L’umido allora mi tocca metterlo nelle buste del pane perché gli addetti lo raccolgano. Il mio comune, infatti, è rimasto senza scorte – ci sono stati più rifiuti da smaltire rispetto alle previsioni – ed i rimpiazzi arriveranno solo tra una decina di giorni. Nel frattempo i solerti netturbini “ecologici” mi hanno invitato ad usare le buste di “Mater Bi”, sacchetti di plastica di mais e patate che produce a Terni la Novamont. Già, se non fossimo in Italia.

Gli shopper biodegradabili sarebbero dovuti divenire obbligatori da gennaio 2010. Ora leggo che lo saranno dal 2011. Frattanto – proprio l’altro giorno – nella vituperata Campania, quella dell’emergenza rifiuti e delle scorrerie dei casalesi, è partito il progetto “No plastic bag”. Il comune si chiama Caiazzo, 6 mila abitanti in provincia di Caserta, e nel suo territorio sarà possibile fare la spesa solo con sacchetti biodegradabili certificati e compostabili dal Consorzio italiano compostatori. Uno schiaffo in faccia al ritardo delle sperimentazioni del Ministero dello Sviluppo economico, fanno capire quelli di Legambiente. Ma, quel che conta di più e al di là delle polemiche, si tratta di un modo intelligente per ridurre l’inquinamento – un sacchetto di plastica è “per sempre”, proprio come i diamanti – e lo spreco di energia. L’idea è quella di coinvolgere le città italiane e straniere che aderiscono a Cittaslow e poi tutti gli 8 mila comuni della Penisola.

E se non li usano? Carota e bastone, la risposta dell’amministrazione comunale guidata da Stefano Giaquinto. Per far decollare l’iniziativa, infatti, nei negozi di Caiazzo verranno distribuiti gratuitamente 100 mila sacchetti in Mater-Bi, utili per un anno e mezzo di shopping. Chi “sgarra”, nel senso che non ne fa uso, paga sanzioni amministrative da 25 a 500 euro. Dal settembre 2008 il comune campano differenzia. Pure il mio. Ma se ora avesse introdotto l’obbligo di buste per la spesa, anche in casi di mancanza di sacchetti di carta da distribuire ai cittadini che “differenziano” avrei un problema in meno. Ed anche il Comune.  Amministrazione che avrebbe così anche stimolato i residenti a far compere nei negozi locali, gli unici – ad oggi – in possesso delle “preziose” buste di ‘plastica naturale’. Frattanto metto da parte le buste del pane per affrontare la mia imminente e tutta personale emergenza rifiuti differenziati.

Post scriptum di aggiornamento del 29 aprile 2010: mia moglie ha comprato 15 sacchetti di Mater-bi a € 2,19.