La foto cinese del Corriere
La foto "cinese" del Corriere

Di fronte al terremoto, i mezzi di comunicazione tradizionali tirano fuori i fondamentali da sisma. E non solo. Un canovaccio – tanto consunto quanto tragico – fatto di racconti di superstiti, ritrovamenti miracolosi,  morti e dispersi. Oltre alle immancabili interviste tra le lacrime sulle sensazioni di chi ha perso casa, cari – tutto – nel terremoto. Giornalismo emotivo, ricerca di “storie”. Tutto vero. Bruno Vespa, colpito nel personale (è aquilano come Franco Marini, nato a San Pio delle Camere, ed abruzzese come Gianni Letta da Avezzano) ha accentuato alcune sue tradizionali derive aiutato da un’inviata in grado di esaltare quanto di più lacrimoso le telecamere potessero cogliere. Eppure qualcosa è cambiato nella comunicazione su L’Aquila rispetto ad altri eventi sismici. Il Tg1 – provocando l’esacrazione di una parte del web – ha compiuto una tirata autoreferenziale, diffondendo (anche a mezzo ufficio stampa) i dati “esaltanti” sull’audience in casa Rai. Il sisma è poi entrato  nel “racconto” live di SkyShow sul Grande Fratello. Il Corriere della Sera ha tentato la strada del crowdsourcing facendosi però rifilare una bufala: foto del terremoto cinese, spacciate per abruzzesi da un “citizen journalist”. Via Solferino, ripresasi dalla fulminazione sulla strada del giornalismo partecipativo, ha reagito forse nel peggiore dei modi, come analizza Alessandro D’Amato. E poi gli annunci “innovatori” delle new towns e le gaffe internazionali di Berlusconi, perfino la caccia al colpevole – ora chiamato sciacallo e non più stupratore – con il fermo di gente poi scagionata, citazioni per  l’immancabile Obama che ci viene raccontato come pronto a donar risorse sembrano riprodurre in realtà un copione cui siamo abituati. Una partitura eseguita sempre secondo lo stesso schema, che ha arricchito lo schema da sisma. E’ solo cambiato il tema: prima le violenze sessuali, poi la crisi finanziaria internazionale, oggi il terremoto. Domani si vedrà ( e probabilmente ci si dimenticherà di parlare della ricostruzione, che comunque – visto il peso degli abruzzesi che “contano”  – c’è da scommettere avverrà).

Aggiornamento video del 9 aprile 2009

Non solo giornalismo emotivo, mi pare evidente…