Foto di emdot/marya
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Era stata aperta nel 1962, bastione del giornale di Roma sul porto della Capitale. La redazione de Il Messaggero di Civitavecchia chiuderà. Lo prevede – stando a quanto riferisce Fnsi – il piano di riorganizzazione aziendale: taglio di 48 giornalisti, con due redazioni cancellate. Al  Corriere della Sera gli esuberi fanno 90, all’Unità 17, Repubblica – secondo il Manifesto – va verso le 60 decapitazioni, il neodirettore de La Stampa Mario Calabresi ha spiegato a Prima Comunicazione che anche alla ‘Stampa’ verrà ridotto il numero dei giornalisti, ma che punta su un piano “meno invasivo possibile”. Le vendite crollano a febbraio (le fonti qui) e dal 9 giugno si inizierà a discutere in Parlamento del disegno di legge Alfano. «Il ddl, ben al di là del tema delle intercettazioni – usato come paravento – stabilisce che “la attività” (e cioè perquisizioni, interrogatori, perizie, fermi, arresti, etc. ) della magistratura e delle forze di polizia possa essere riferita solo dopo l’ udienza preliminare» dice Guido Columba, presidente dell’Unci. In pratica, la fine della cronaca nera e di quella giudiziaria. Il tutto in un quadro dove gli editori, a breve – come pronostica Bruno Perini – «Prima o poi dovranno fare la fila davanti a palazzo Chigi e al ministero del lavoro per chiedere accesso agli ammortizzatori sociali e quindi al denaro pubblico, ben manovrato dal capo del governo e dai suoi ministri».