L'articolo a pagina 36 e 37 di Sarnoff su Modern Mechanix del marzo 1935
L’articolo a pagina 36 e 37 di Sarnoff su Modern Mechanix del marzo 1935

“La televisione porterà le mail”. L’annuncio è del marzo 1935. E pare di vederlo lo schermo – in questa previsione naif, come gran parte del futuro immaginato allora – che mostra la nonna della posta elettronica. Solo che quella era, secondo quella previsione, una sorta di “radioposta”. A firmare l’articolo su un avvenire prossimo venturo per Modern Mechanix and inventions, rivista di scienza popolare americana, fu David Sarnoff.

L’ebreo russo che prediceva il futuro della tv

Originario di Minsk, ebreo, grande radioamatore, tra quelli che ricevettero lo Sos del Titanic e, come si sarebbe detto qualche anno dopo, “futurologo”, Sarnoff era presidente della Radio corporation of America. La RCA, per intenderci. Un laboratorio all’avanguardia nella nascita di quella che sarebbe divenuta la televisione. La prima emissione tv andata in onda, sotto il marchio NBC, fu introdotta nel 1939 dallo stesso Sarnoff. Oggetto della trasmissione? Il padiglione della RCA alla fiera mondiale di New York di quello stesso anno. Insomma, i soliti ingredienti che ho ritrovato, tra fine anni ’50 e primi ’60, nello scrivere “Il futuro è sempre esistito” (qui il sito): esposizioni internazionali, reti di comunicazione planetarie e idee per un domani che, in parte, si è realizzato. Con modalità ben diverse, però.

Radio, televisione e mail insieme verso il domani

La copertina di Modern Mechanix del marzo 1935
Modern Mechanix (marzo 1935): la tv porterà la posta.

Cosa sostiene Sarnoff su Modern Mechanix annata 1935, che colloca pure in copertina il richiamo all’articolo sul futuro delle comunicazioni, ritenute  pietre miliari della civiltà? Che sarebbe stato vicino il giorno in cui sarebbe valsa la pena tanto di dettare allo stenografo una lettera, ricontrollarne la stesura e affrancarla, quanto spendere cinquanta centesimi o un dollaro per una rapida consegna e un’immediata risposta. E il mezzo per farlo sarebbe stato il fax, via onde corte. Un sistema che – la cosa non sorprenda – sfruttando la stessa filosofia dell’alfabeto Morse già permetteva la teletrasmissione di immagini. Si sarebbe pure tentato di distribuire giornali via radio fax, con esiti pressoché disastrosi in termini commerciali. E i passi in avanti della ricerca per il facsimile avrebbero portato anche ad accelerare, secondo Sarnoff, la nascita della televisione. Insomma, radio, tv e mail avrebbero condiviso il loro percorso verso il futuro.

Le email consegnate sulla stampante

Quel che si immaginava era una consegna a stampa, più che a schermo, delle lettere. Fatto sta che – se corriamo avanti nel tempo e arriviamo al 1971 – quando Dick Watson della SRI International, uno dei fornitori del DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), l’agenzia di ricerca della difesa statunitense, scrisse un memo intitolato “Mail Box Protocol” – in pratica uno dei documenti che precedettero l'”invenzione” dell’email – nel quale dava per scontato che tutte le email dovessero essere stampate appena consegnate. Erano 72 battute per riga su massimo 66 righe. Una stampa che invece Ray Tomlinson della Bolt Beranek and Newman (BBN), società anch’essa impegnata con DARPA in Arpanet (l’antenato di internet), aveva reputato del tutto inutile. L’email – come facciamo oggi – si sarebbe potuta leggere a schermo (non sulla tv, apparecchi che riescono a confondere soltanto per il canone Rai). Tomlinson è un’altra persona cui dovremmo rivolgere un ricordo ogni volta che scriviamo un indirizzo email (è scomparso ai primi di marzo). Infatti Tomlinson è l’inventore della chiocciola, quella che i più raffinati pronunciano come “at”, i quale pensò potesse servire a distinguere nelle email scambiate in Arpanet l’utente dall’host dove si appoggiava l’account di posta elettronica.

Troppa la posta elettronica per la difesa statunitense

Curiosa la vicenda, raccolta sempre dal grande esperto di retrofuturi Matt Novak dai ricordi dell’ex direttore Arpa Steve Lukasik, del fatto che la difesa americana fosse preoccupata per l’eccesso di traffico provocato dalle email all’interno della rete. Una delle ragioni per cui il dipartimento decise di separare il network in due: da una parte quello militare, il MILNET, e dall’altra quello della ricerca che si sarebbe continuato a chiamare Arpanet. E dalla cui esperienza sarebbe nata Internet. Una rete nella quale – dopo Facebook, WhatsApp, Snapchat eccetera – anche l’email sul televisore, pardon, sullo schermo appare qualcosa vagamente vintage.