Ripensarci in “amore” non è un buon segno. Ma seppure San Valentino – protettore degli epilettici – è passato da un paio di giorni, mi tocca tornare sull’argomento. E non perché mi sia dimenticato di celebrare quel martire ternano (poi qualcuno, prima o poi, mi dirà perché il patrono degli innamorati è un martire), bensì a causa delle statistiche del mio blog. Paludoso luogo della rete, questo diario pubblico ha avuto un picco di visite il 14 febbraio. Il giorno prima avevo postato un testo sulla leva militare sopravvissuta alla presunta abolizione dei coscritti, e mi stavo per meravigliare di tanto interesse.

Poi, uno sguardo su cosa avevano scritto i miei visitatori nei motori di ricerca che li avevano portati a me mi ha lasciato di stucco. Avevano cercato: “baci perugina”, “bacio perugina”, “cuore baci perugina”, “foto base biglietto baci perugina”. Perfino un singolare “baci perugina polizia municipale”, e mi chiedo mai chi fosse che si era lanciato nell’ardito abbinamento. Ad attirarli come mosche al miele un post dal titolo “I baci di una volta”. L’argomento del testo era legato alle traduzioni politicamente corrette di una frase erroenamente attribuita a Flaubert da parte di Perugina, azienda del gruppo multinazionale Nestlé.

Stento a credere che Google abbia trovato una pertinenza tra le intenzioni di chi cercava, magari, immagini delle praline per – chissà – condividerle via Facebook sulla bacheca dell’amata o dell’amato e quelle quattro parole in fila. Idem per la traccia lasciata in rete da altri e precedenti lettori di quella storiella, che potrebbe aver condotto qualche penna di debole fantasia a cercare ispirazione per il biglietto di auguri di San Valentino da quelli che avvoltolano i cioccolatini. In fondo internet avrebbe potuto evitargli un’indigestione, dato che – con qualche parola chiave e un po’ di fortuna – il malcapitato innamorato non avrebbe dovuto starsene a mangiar una scatola intera di Baci Perugina fino ad imbroccare la frasetta ad effetto di suo gradimento. D’altro canto qualche problema con la lingua italiana deve averlo avuto anche chi ha cercato “come e’ il plurale di bacio”.

Resta però ancora irrisolta, al di là di qualunque mia congettura, la ragione di una chiave di ricerca che ha messo assieme polizia municipale e Baci. A meno di non dar per buona una voce, raccolta su un forum ma non confermatami da altre fonti, che voleva il sindaco di Perugia – per ragioni di sponsorizzazione – intenzionato a inserire sulle divise dei vigili urbani della città del Grifo bottoni a forma di Bacio Perugina. Altro che Fiumicino quando varò la campagna che premiava gli utenti della strada virtuosi con Giancarlo Magalli nei panni di “Un amore di vigile” (alla quale, ahimé, lavorai anch’io). Se così fosse stato, nel capoluogo umbro ci sarebbe stato spazio anche per arricchire i foglietti delle contravvenzioni con i celebri aforismi. E magari una pralina per addolcir la pillola…