Uno spot della Dc del 1987, riemerso grazie alla Rete, sembra anticipare quelli alla mulino bianco. Ma anche altro: il suo slogan era “Forza Italia”…
Uno spot della Dc del 1987, riemerso grazie alla Rete, sembra anticipare quelli alla mulino bianco. Ma anche altro: il suo slogan era “Forza Italia”…
Sto invecchiando. Non solo perché se leggo in sovrimpressione nelle immarcescibili repliche serali della Rai un bel 1992, mi sembra una data di due anni fa e non di diciotto. Ma perché se oggi sfoglio quel genere di giornali nei quale iniziai a scrivere da cronista di campagna, ben più di venti anni fa, scorgo – tranne rade eccezioni – episodi di giornalismo copia & incolla. A firmarli? Giovani penne che crescono. Non mi scandalizzo, nel senso etimologico della parola: la cosa non mi crea “inciampi”, “ostacoli”. Ma resto perplesso, quello sì, perché mi incammino sulla via della senescenza professionale. Ormai, inutile negarlo, l’accidia senile è dietro l’angolo.
Lo stato di senescenza emerge pure dalla rete. Ma da solo. Pian piano che mi connetto in qualche sistema di relazioni sociali mediate dal computer – detto alla buona “quando mi collego a Facebook o Linkedin” – spunta sempre qualcosa dal passato. Volti e nomi di venti anni fa (tranne un caso da 32!), magari, sotto forma di “richiesta di amicizia” dai quattro angoli del mondo, dei quali però ricordo pressoché tutto. A riprova che come ogni anziano incipiente non rammento la mia colazione, ma ho a fuoco con nitidezza eventi e particolari remoti.
I giornalisti sono una razza in via di estinzione? Forse. Colpa (o merito) del web e dei contenuti generati dagli utenti, ma anche di una crisi economica e strutturale. Il patrimonio professionale giornalistico rischia di andare in frantumi. Frammenti che, però, vanno conservati gelosamente, trasformandoli anche in “competenze” per le generazioni che producono e consumano contenuti dal basso (ugc, user generated content). Tutti oggi possono scrivere per qualche pubblico. Tutti possono entrare nel flusso della comunicazione in rete. Tutti possono fare quel che facevano i giornalisti. Ma per una matura e consapevole cittadinanza digitale costoro dovranno poter sfruttare, migliorandoli, quegli strumenti che “sono stati” ricchezza professionale dei giornalisti.