Niente giornalisti, cameramen e fotografi, please. L’invito non viene da qualcuno che magari teme per la propria privacy o sospetta che “passino” notizie tendenziose, come il tormentone mediatico di questa estate ci ha abituato a leggere, ascoltare e vedere. Ma arriva dalla rete no-G8. Lo racconta il Manifesto, giornale non sospetto di simpatie per la parte avversa degli organizzatori di un sit-in a Ponte Galeria, a Roma, sede di un centro di espulsione per clandestini. «Agli operatori dell’informazione è stato chiesto di starsene in disparte, lontano dal concentramento, e di non fare foto in primo piano. Poi è stato distribuito un volantino: “Non riprendere, riprenditi la vita”. Gli autori oltre a spiegare i contenuti della manifestazione si arrogano il diritto di distinguere tra stampa buona e stampa cattiva. Quella cattiva è ovviamente la “mainstream”, dentro cui sono stati messi tutti, quella buona è invece propria dei “canali indipendenti”». Quando si fanno gli aut aut anziché gli et et, non c’è che dire, sono in arrivo cattive notizie per il pluralismo.