Torno a casa dalla “patria” europea del nucleare (nonché degli sprechi energetici e dei relativi incidenti – vedi il reportage “L’inganno” di Report). E appena messo piede a terra trovo – quasi me la fossi portata nella valigia – una cattiva notizia proprio nel mio “giardino”. Greenpeace, infatti, ha appena rivelato che la pianura sotto la cittadina in cui sono nato è considerata dagli scienziati “idonea” per insediare una centrale atomica. A 222 metri di altitudine la prospettiva di un bell’aerosol radioattivo proveniente dalla pianura sottostante è in grado di far crollare qualunque prezzo, di casa e in termini di salute. Non posso crederci. Leggo testualmente: «Provincia di Viterbo: la zona interna a sud del Tevere, nella zona di affluenza della Nera, tra Magliano Sabina e Orte». In pratica l’area che grazie alle esondazioni controllate ha impedito – e storicamente impedisce – a Roma di finire sotto la piena del fiume. L’area che – pur classificata come zona sismica – quando la faglia sabina o la Valnerina si scuotono, balla e trema come un fuscello in una tempesta. Sembra folle mettere una centrale o scorie proprio lì, ma il rapporto che Greenpeace ha rispolverato risale agli anni Settanta, porta la firma del Cnen.