Il 14 luglio è stata sempre per me una data emblematica. Una di quelle in cui mi ritrovavo a cantar la Marsigliese pur non essendo un citoyen. Ma oggi in Italia quella data – nell’anno 2009 – sarà ricordata come quella della protesta contro il bavaglio ai blog ed alla stampa. Per questa ragione, al di là degli schieramenti (anche per il mio cronico disorientamento politico), questo blog aderirà alla giornata del silenzio.

aggiornamento del 7 luglio 2009

Un disegno da rettifica

Immagine di francescopozziSono, per formazione ideale, a favore del diritto di rettifica. Ma, se mi si chiede una “consulenza” professionale, sconsiglio dal chiederne ai giornali. Se non altro nella forma classica, quella un po’ avvocatesca. Una smentita – si dice nel giornalismo – è una notizia data due volte. Ed è vero. Allora meglio darne un’altra, più corretta. Quella, a mio giudizio, è la rettifica che (forse) funziona.

Nel web, invece, rettificare è purtroppo come mettere un messaggio in bottiglia. Se l’informazione che si vuol “aggiustare” è entrata nel circolo dei link, dei copia & incolla, dei “condividi” dei social network, delle rielaborazioni (o rimasticature che dir si voglia), la sua “rettifica” sul sito telematico (e non informatico) di partenza non è detto percorra le stesse strade. Specie se un minuscolo blog, non una testata di quelle dove il lettore torna tutti i giorni. Bisogna inseguire siti, profili di Facebook, magari anche il peer to peer (update 8/7/2009: e c’è pure chi ci prova chiedendo di farlo all’autore del primo post, come capitato a ByoBlu). Con buona pace del diritto leso.

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