Scuole senza soldi? Genitori costretti ad autotassarsi? Fondi per le supplenze già terminati a marzo? «Chi non sa dirigere cambi mestiere, chi lo sa fare vada avanti e risolva i problemi». E’ la risposta data stamattina dal ministro Gelmini ai 268 presidi dell’Associazione scuole autonome del Lazio. I dirigenti scolastici avevano raccontato alle famiglie dei loro studenti di istituti finanziariamente in ginocchio. E dire che l’Ufficio scolastico regionale ha un debito di 170 milioni di euro proprio verso le scuole laziali, residui attivi si chiamano, le quali si appoggiano sempre più sulle tasche dei genitori. Senza che queste abbiano la minima autonomia impositiva.
Ma certe somme, come quelle per le supplenze, non possono essere richieste alle famiglie. Per contenere il fenomeno delle malattie dei docenti la “cura Brunetta” ha previsto visite fiscali a tappeto. Fermo restando che, per la singolare fertilità delle supplenti in occasione della nomina cui può capitare di assistere, sugli istituti gravano i costi delle gravidanze difficili (infatti i dipendenti pubblici non sono coperti dall’Inps), ci si aggiungono ora anche quelli del medico fiscale. «Non abbiamo i soldi per pagare» lamentano i presidi. Forse questo è uno degli scaricabarile verso il Ministero ai quali fanno cenno i vertici di viale Trastevere?