Foto di Pink SherbetNovantanove è il numero de l’Aquila. Novantanove le cannelle, novantanove le chiese. E novantanove gli anziani che il nove aprile scorso la presidente dell’Unitalsi di Atri, Annamaria Di Musciano, ha raccontato esser stati soccorsi con il telefonino. «Non avevamo torce – ha raccontato – allora abbiamo acceso i cellulari e con la luce dei display abbiamo soccorso le persone e anche cambiato pannoloni agli ammalati». Il cellulare ed il wireless, pure nell’uso eterodosso dei volontari di Lourdes, rivelano la loro centralità. Anche, e soprattutto, nel dramma. E non solo per salvare vite umane “a distanza“. E’ infatti nato nella tenda 6 di Collemaggio, una di quelle dove il wifi arriva (ecco ad esempio la mappa della connettività di un fornitore), un coordinamento di giovani che – ancora una volta con un numero, 3e32, ossia  l’orario del sisma (pure quello del 6, ma aprile) – rilancia la ricostruzione del tessuto sociale tra aquilani passando attraverso il web mobile.

Tre computer, più alcuni portatili  per controllare email, navigare su Facebook o usare i sistemi di messaggistica sono sotto la tenda coperta dal wireless. I ragazzi di 3e32 hanno anche creato un gruppo sul social network, hanno registrato un dominio e stanno organizzando un incontro in un albergo con chi è rifugiato sul litorale. In programma la creazione di un “ponte” virtuale tra gli aquilani impegnati in città e quelli sulla costa, le Aquile di mare. I ragazzi di 3e32 presenteranno anche una serie di richieste al Consiglio dei Ministri in programma a l’Aquila. E per “trovarsi” tra loro – visto che sono organizzati per sottogruppi – hanno pubblicato il loro numero cellulare. Strumento talmente essenziale, bene primario checché se ne dica (lo sa bene la Farnesina che lo ha usato per rintracciare gli italiani coinvolti nello tsunami), da essere oggetto di donazioni per esser ricaricato. Anche se in alta montagna, nei borghi più sperduti, non sempre c’è segnale.

Il cellulare, lo stesso mezzo che la facoltà di Medicina sta utilizzando per rimettere in piedi i corsi universitari: una studentessa, volontaria della protezione civile, ha messo a disposizione il proprio numero di telefonino affinché si possa fare la conta degli immatricolati presenti in qualche tenda di sfollati.  Per organizzare la prima sessione di laurea post terremoto i docenti hanno usato gli sms. «Il giorno dopo del dramma del sisma – ha raccontato la professoressa Maria Grazia Cifone – è stato riattivato un sito transitorio, che abbiamo potuto utilizzare per comunicare con tutti gli utenti. Come preside della facoltà di Medicina ho ricevuto anche 1.500 email al giorno. Nell’arco di tre giorni abbiamo ripristinato il vecchio sito. Abbiamo anche chiesto a tutti i giornali, ai mezzi di comunicazione di trasmettere le informazioni. Soprattutto attraverso i giornali perché molti ragazzi sono nelle tendopolie non hanno purtroppo accesso ad internet». Insomma, una piccola rivincita per la stampa tradizionale la cui crisi – forse esagerando un po’ – viene attribuita alla diffusione capillare, anche wireless, del web.