Oh, nostro supermercato quotidiano. Ieri sera, erano quasi le sette, pensavo di trovare il parcheggio del magazzino semideserto. Era mezza settimana, figurarsi se la gente se ne sta a far spesa, mi ero detto. Ed invece no. Auto incolonnate a pettine e pure tutti in fila alle due casse – sì, solo due, la cinghia si stringe anche nella grande distribuzione – per pagare gli acquisti. Lì per lì non avevo intuito perché io alla caccia di cd e dvd da masterizzare e gli altri, con sporte di cibo, ci eravamo ritrovati a strisciar bancomat e carte di credito in un giorno extra week end. Poi stamane la spiegazione: 3 famiglie su 10, in Italia, comprano solo “promozioni”. A rivelarmelo la Cia, la Confederazione italiana agricoltori,  che –  in occasione della presentazione del Rapporto Istat sulla povertà – anticipa i risultati di un’indagine sui consumi che sarà diffusa nelle prossime settimane.

Ormai la gente vive a caccia di occasioni. E siccome le campagne promozionali spuntano come funghi non è “conveniente” concentrare gli acquisti in un’unica data. E così, se al maxi centro commerciale il boom di presenze anche in orario di spiaggia lo provocano i saldi, al supermercato sulla strada del rientro a casa – in orario post ufficio – a far da calamita sono i cartellini a pop-up con cui si pubblicizzano le promozioni. I dati non sono molto confortanti: due famiglie su cinque – rivela sempre Cia – sarebbero ormai costrette a “tagliare” la spesa alimentare, una su dieci rinuncerebbe a pranzi e cene in ristoranti, trattorie, tavole calde, fast food o pizzerie. Nel 2009 la spesa media  è diminuita del 3 per cento rispetto all’anno precedente per generi alimentari e bevande (461 euro al mese). Vanno giù pane e cereali, carne, oli e grassi, frutta e ortaggi, zucchero, caffè. Insomma, tutto o quasi. E la storia sembra ripetersi nei primi sei mesi di quest’anno: solo nel mese di aprile i consumi sono scesi del 2 per cento.

Se la spesa dunque si fa tutta la settimana, o quasi, guardando i foglietti pubblicitari delle catene di distribuzione, un esercizio tantrico i consumatori sono però, in ogni caso, costretti a sostenerlo: resistere alla tentazione. Non scopro l’acqua calda, se dico che una volta entrati tra i banconi con una lista di 10 acquisti da fare se ne usciva di solito con 14, oggi – se si va a caccia solo di promozioni – bisogna non prestar orecchio, o meglio occhio, alle sirene degli alimenti che di promozionale non hanno il prezzo, ma ben altro. C’è chi ci riesce bene, devo supporre, se non altro visto che non riesco mai a spiegarmi come le bottiglie di vino di qualità, ma sottoprezzo, siano già esaurite il giorno stesso che inizia l’offerta. Famelici (o beoni) acquirenti? Forse, sebbene nessuno mi toglierà mai dalla testa il sospetto, maligno sì, che quelle bottiglie a prezzi stracciati sullo scaffale non ci siano mai state messe.