Stefano Bollani fa la pubblicità di BrioBlu. Confesso che la campagna della Endeavour Digital Marketing, che ha «sviluppato un piano di incentivazione del passaparola con attività di seeding testuale e video nei social network», con me ha clamorosamente fallito. Uso le reti sociali, maneggio YouTube, tengo pure un blog. Però mi sono accorto solo ora, e dalla radio, che il pianista jazz si è messo a far spot, benché sia da fine marzo che il tormentone imperversa anche in tv. L’azienda è stata più fortunata con il teaser della nuova Prius Toyota (un gingillo da 27 km/l): quello l’avevo visto. E forse – tragicamente – lo vedranno quanti per paura del Gpl inizieranno ad interessarsi delle auto ibride.

La mia proverbiale distrazione – grazie all’ascolto di  Bollani che duetta con un comico – deve aver anche scavato un varco nella memoria, quella più antica. E mi è tornato in mente Franco Cerri, l’uomo ammollo, che in ogni “puntata” di Carosello era sempre lì lì per affogare. Ma lui, con un aplomb straordinario sorrideva, finché – quanto l’acqua arrivava al giusto livello – versava la magica polverina che avrebbe fatto sparire le macchie dalla camicia. Cerri è un chitarrista, jazz anche lui. Nell’ingenuità infantile quel liquido incombente mi appariva come dietro lo schermo, non un’immagine proiettata dal tubo catodico, ma proprio acqua nel televisore in bianco e nero. Una visione surreale, quasi quanto Vergassola che emerge dalla coda del pianoforte di Bollani. Il jazz deve piacere ai pubblicitari. Come l’acqua, visto che Bollani anziché esservi immerso appare associato ad una bottiglia di minerale.

Prodotti di largo consumo sono, dunque, declamati da musicisti di grande bravura, ma non di universale popolarità, insomma da Sanremo. «E’ così comodo che si può prendere anche in tram!» diceva Nicola Arigliano nel pubblicizzare Antonetto, un digestivo da Carosello. Il crooner “all’italiana” l’ho conosciuto di persona, sebbene sia riuscito a parlarci solo al telefono. Eccentrico, simpatico, geniale. Dicono che anche Bollani sia così “simpatico”. Per un cortocircuito mediale però proprio Arigliano è apparso nel 2005 sul palco dell’Ariston, per il Festival della Canzone Italiana, accompagnato da Franco Cerri. Due spot che si congiungevano. Da una parte l’uomo ammollo, dall’altra quello che ingoiava pastiglie di digestivo senz’acqua. Ah, ancora una volta: l’acqua ed il jazz. In fondo c’è chi – come  Piero Antonaci –  scrive che, forse, sono sinonimi.

Il jazz era così (avrei scoperto molti anni dopo), come l’acqua del signore in ammollo della pubblicità: ti ricopre fino al mento ma ti lascia la bocca per respirare, per parlare e per sorridere. Quando il jazz ti arriva fino al mento poi non va più su, si ferma. Ti immerge tutto il corpo, ti prende tutto il corpo, ma non la testa.

Digestivo Antonetto 1963