Altro che vedove del calcio affascinate da prestanti giovanotti. La Svizzera ha rubato il cuore delle italiane per i cassonetti. Tra qualche giorno il Ministro Rutelli presenterà in conferenza stampa gli esiti delle rilevazioni compiute col sito Turisti Protagonisti. Inutile cercare pruriginose testimonianze. Non c’è donna che abbia raccontato di aver scovato in qualche Cantone un boyfriend impareggiabile come promesso dagli spot made in Suisse. La nota che torna nei racconti di viaggio raccolti dalla piattaforma web del Ministero è invece l’elogio al nascondimento delle pattumiere. Tanto invisibili in Svizzera per quanto evidenti in ogni dove dello Stivale.
Ma la campagna pubblicitaria di inizio estate, promossa dall’Ente turismo della Confederazione, mostrava bellocci allevatori e nerboruti montanari disposti a consolare le italiane che avessero scelto la confederazione elvetica come destinazione estiva durante l’eclissi dei mariti in occasione del Mondiale tedesco. Ma, complici le prodezze di Toni e Cannavaro, gli aitanti svizzeri sono dovuti tornare a casa con la coda (di mucca) tra le gambe. Infatti era sfuggito ai maliziosi esperti di marketing cosa era già diventato il calcio e l’Italietta nell’età dei reality, del buco della serratura e delle intercettazioni telefoniche (tutte addirittura in un libro, Pronto chi spia?, appena uscito da Aliberti).
L’undici italiano era già apparso in brache di tela per D&G e una lettrice di Gente avrebbe poi lamentato – con un’email al rotocalco di Pino Aprile – che nello spogliatoio post vittoria mondiale sia stato ammesso solo il Presidente Napolitano e non le telecamere. «Sono fuori di brutto» aveva concluso. Né dovrebbero aver fatto bene i conti con la realtà le cosiddette World Cup Widows Club, le britanniche vedove della Coppa del Mondo. Hanno aperto da Cardiff un sito per scambiarsi idee (soprattutto di viaggio) su come ovviare al disinteresse di fidanzati e mariti attratti – dal loro punto di vista – dal gioco del calcio. Il sito è chiuso, preda di un bingo di Vancouver “oscurato” dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, ma le loro foto sono ancora in circolazione. Eccone alcune.
