serakatieUn paio di pantaloni ed una camicia. È il bottino che un 57enne ha portato via ieri da un grande magazzino di Torino. Ma, inseguito dalla polizia, si è sentito male: attacco di cuore. Si è trovato di fronte un vigilante, lo ha colpito ed è scappato verso casa. Tanta sarebbe stata la paura per l’accaduto – e quel che sarebbe potuto accadere – che, una volta nella propria abitazione, il cardiopatico è stato colto da malore. Gli agenti del 113 lo hanno soccorso, fatto caricare su un’ambulanza e denunciato per rapina impropria.

Due trentenni incensurate, oggi, sono invece entrate in un negozio di un catena d’abbigliamento di Roma. Prendevano vestiti e magliette dagli espositori ed hanno finto di andare a provarli in camerino. «Arrivate all’uscita – raccontano le agenzie con linguaggio quasi poliziesco – si sono dirette rapidamente verso la Mini Minor di una delle due che avevano precedentemente lasciato parcheggiata in strada con il motore acceso per una rapida fuga». Ma poco dopo sono state fermate dalla Polizia e arrestate per furto aggravato.

Ladri improvvisati in entrambi i casi, verrebbe da supporre. Clienti che si espongono al rischio di un processo per accaparrarsi capi di abbigliamento. Pensare si possa trattare di gente che non ha denaro per acquistare di che vestirsi è inverosimile: basta abbordare una qualsiasi bancarella cinese per coprirsi con pochi euro. Non è infatti dato sapere se il bottino fosse di marca. Nei dodici mesi dal 2007 al 2008 i furti di abbigliamento erano cresciuti del 18,3% . L’Italia a quella data risultava al terzo posto al mondo per furti nei supermercati. La “crisi” attuale potrebbe indurre a rubare per mantenere il proprio tenore di vita. Ma resta ancora un mistero inspiegabile, e da anni: la motivazione che ha spinto qualcuno a sottrarre una ventina di paia di mutande dal cesto della biancheria sporca a Gigi Marzullo.