Giovane, troppo giovane per governare. L’idea propagandistica che il figlio della Bhutto fosse immaturo per poter guidare il Pakistan è passata per un falso profilo su Facebook. Ma soprattutto si è avvalsa dell’ambiguità che – in termini di identità – offre la Rete assieme, per paradosso, al suo grande potere di identificarci, tanto in termini di tracciabilità quanto di costruzione della nostra autorappresentazione. Un aiutante di Asif Ali Zardari, padre del giovanotto, ha accusato il governo pakistano di disinformazione. I gestori del social network hanno cancellato ben due profili non autentici attribuiti all’erede della leader. Insomma, un piccolo caso “diplomatico” via web Cosa è accaduto?. Su una falsa pagina di Facebook intestata a Bilawal Bhutto Zardari è apparsa la frase : «Non sono un leader nato. Non sono un politico o un gran pensatore: sono appena uno studente». A seguire l’illustrazione delle sue passioni: fare errori, mangiare schifezze, guardare Buffy e soprattutto imparare. Quindi aggiungeva il Bhutto apocrifo: verrà il
momento in cui comanderò, ma per adesso io sono quello che fa le domande, non quello che dà risposte.