Il servizio La sperimentazione delle emoticon è di Filippo Bellantoni, giornalista televisivo di Roma Uno, secondo classificato al premio INCHIESTA PA del ForumPA 2009.
Il servizio La sperimentazione delle emoticon è di Filippo Bellantoni, giornalista televisivo di Roma Uno, secondo classificato al premio INCHIESTA PA del ForumPA 2009.
Le raccomandate me le consegno da solo. Sono un modello di prosumo. Un’occhiata alla cassetta, e se c’è l’avviso – di norma il sabato, in tarda mattinata – so che il lunedì successivo sono di turno. Mi presento all’ufficio postale, e mi autoconsegno la raccomandata. Ma solo dopo le 10.30, prima la busta non me la danno. L’ho fatto perfino per le assicurate. Vale poco dire che a casa c’è sempre qualcuno, che neanche il campanello è stato usato. La cassetta è in strada, non vivo né a Mantova, Rovigo o Bari dove i postini non suonano neanche una volta, ma per la corrispondenza ordinaria. Non me le consegnano quelle raccomandate. Neanche i miei involontari “collaboratori”, vale a dire gli impiegati dello sportello che mi cercano la posta che devo autoconsegnarmi, hanno colpe. Non sono loro che si occupano del recapito, i postini appartengono ad un’altra “famiglia” aziendale. Il processo di esternalizzazione ha infettato lo Stivale almeno dal 2008, che accoppiato con le logiche da aziendalizzazione in regime di monopolio ha fatto il resto.
Prodotti finanziari, cd, schede per cellulari. Perfino Cicciobello Pisolino. Alle Poste Italiane trovo di tutto, tranne che la consegna delle lettere “in orario”. Bollette recapitate già scadute, riviste ormai vecchie, estratti conto già addebitati. La mia cassetta postale resta desolatamente vuota per settimane. Se poi vuoi mandare un reclamo via internet, ti chiedono il codice di spedizione, tu che devi ricevere e non hai spedito un bel niente. Allora telefoni al contact center: devi fare una chiamata di reclamo per ogni componente della famiglia e – se hai due cassette postali – una per ogni cassetta. Questo tra attese e cadute di linea o uno spettacolare “Tutti gli operatori sono occupati, la preghiamo di richiamare più tardi”. Il mese scorso, costretto a guidare senza tagliando dell’assicurazione, ho finalmente ottenuto per telefono dall’ufficio postale la consegna della posta. Spiegazione? “I postini assunti si licenziano subito”. Dopo 17 giorni stessa storia: recapito solo su chiamata. Risposta: “Il postino è malato”. I problemi organizzativi di un’azienda non dovrebbero mai ricadere sul cliente, ma è possibile che tale venga considerato soprattutto chi spedisce e non chi ha diritto di ricevere? Tutta questa attenzione al business (chi spedisce è colui che paga), non ha forse distratto l’azienda dal suo core-business e cioé consegnare la corrispondenza puntualmente a chi è destinata?