Foto di rpeschetz - Roland PeschetzLe raccomandate me le consegno da solo. Sono un modello di prosumo. Un’occhiata alla cassetta, e se c’è l’avviso – di norma il sabato, in tarda mattinata – so che il lunedì successivo sono di turno. Mi presento all’ufficio postale, e mi autoconsegno la raccomandata. Ma solo dopo le 10.30, prima la busta non me la danno. L’ho fatto perfino per le assicurate. Vale poco dire che a casa c’è sempre qualcuno, che neanche il campanello è stato usato. La cassetta è in strada, non vivo né a Mantova, Rovigo o Bari dove i postini non suonano neanche una volta, ma per la corrispondenza ordinaria. Non me le consegnano quelle raccomandate. Neanche i miei involontari “collaboratori”, vale a dire gli impiegati dello sportello che mi cercano la posta che devo autoconsegnarmi, hanno colpe. Non sono loro che si occupano del recapito, i postini appartengono ad un’altra “famiglia” aziendale. Il processo di esternalizzazione ha infettato lo Stivale almeno dal 2008, che accoppiato con le logiche da aziendalizzazione in regime di monopolio ha fatto il resto.

A Milano, grazie anche ai sindacati, si sono accorti che così non poteva andare e Poste italiane è tornata sui propri passi. Ma in Brianza ne capitano delle belle, tanto da accumulare le interrogazioni parlamentari (al Senato Emanuela Baio Dossi , alla Camera Paolo Grimoldi). Poi c’è il “caso Lesmo”. Racconta l’onorevole Enrico Farinone: «In due giorni è stata consegnata ai lesmesi una quantità impressionante di corrispondenza non urgente (riviste, volantini, opuscoli, giornali, eccetera) rimasta inevasa negli ultimi sedici mesi (sono persino arrivate riviste degli ultimi mesi del 2007!) intasando le cassette postali e destando più d’una perplessità presso i cittadini, ovviamente, circa l’efficienza del servizio di Poste Italiane». A metà aprile, poi, «sono stati recapitati a molte famiglie estratti conto bancari ormai datati nonché bollette energetiche e dell’acqua scadute da tempo». A Solaro (Milano), riferisce Lino Duilio un altro parlamentare, oltre al record di una lettera Solaro-Solaro consegnata in più di tre mesi, «una famiglia ha perso il contributo economico a cui aveva diritto, un imprenditore rischia di perdere una causa per il recupero crediti in Tribunale, un ristorante ha dovuto chiudere per diversi giorni perché si è visto staccare il gas, famiglie senza acqua calda né fornelli per bollette che non hanno mai ricevuto».

Aziendalizzazione senza concorrenza

Se poi si scende pian piano verso sud, la situazione si presenta parimenti divertente. Oggi stesso – tanto per fermarci a Roma e dintorni – un mio conoscente ha sventato il distacco dell’energia elettrica per morosità: non ha mai ricevuto una lettera di rateizzazione e, appena in tempo, si è procurato la fattura per correre a pagarla. Ovviamente non allo sportello postale, dove le tariffe per i conti correnti sono ora nel mirino dell’Autorità Garante per la concorrenza. Altri casi rimbalzati agli onori delle cronache parlamentari? L’ Alta Irpinia dove la “razionalizzazione” del recapito e i servizi di micrologistica ad una società esterna nel 2008 ha provocato proteste e timori per le consegne sopra ai mille metri. Per non dire dei “postini” che hanno innervosito pure agli editori di settimanali.

Il punto, ovviamente, è l’assenza proprio di altri competitor. A meno che non si voglia far passare per tali gli “autopostini” come me. «Chiediamo all’Antitrust – ha detto infatti il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti – di estendere il suo intervento anche riguardo all’abuso di posizione dominante nel servizio di recapito della corrispondenza e dei pacchi. Versanti, questi, nei quali continuiamo a raccogliere moltissime segnalazioni di utenti, che lamentano ritardi incredibili e decisamente intollerabili». Il sito del Dipartimento delle Comunicazioni ha poi una sezione dedicata ai consumatori, dove è possibile scoprire che esiste una periodica misurazione della qualità e dei tempi di recapito. Tutto spiegato, perfino le formule con cui si fanno i calcoli. Manca solo un “qualcosa”: i risultati dell’indagine. Che glieli abbiano spediti per posta?