Dal monitor al grande schermo, passando per il piccolo. E’ in arrivo in duecento sale italiane, a maggio, Feisbum! ResisteRete?, il primo film dedicato a Facebook nato da un’idea di Marco Scaffardi. Il titolo è assonante. Evita, evidentemente, di infrangere il copyright sul marchio della creatura sociale di Marc Zuckemberg. Otto gli episodi, in stile commedia all’italiana, girati quasi alla stessa velocità con cui è esploso la social network mania in Italia. Lo hanno chiamato istant movie e – intelligentemente – la pellicola, la cui anteprima alla stampa è data per fine aprile, ha un suo doppio nel web: un blog e, quasi per fare il verso al crossmediale nato ai tempi di The Blair Witch Project, un’identità proprio su Facebook.
Il pay off delle locandine sembra voler giocare sul medesimo piano, quello dell’immedesimazione dello spettatore (e ovviamente utente di una social network): “Hanno fatto un film su di noi!”. Con trenta attori in ballo si potrebbe sospettare che l’affermazione sia vicina al vero. Ma vedendo tra i protagonisti nomi come quello di Pietro Taricone (passato alla storia della tv come primo vincitore del Grande Fratello) o della miss Italia Francesca Chillemi appare evidente che sulla celluloide ci finisce anche quell’Italia che si riconosce, al di là dello schermo, in questo genere di sogni di gloria. Tra gli attori anche Caterina Guzzanti (già divertente ragazza Facebook con Serena Dandini in “Parla con me”) , Mita Medici ed un manipolo di altri interpreti.

Mentre nello Stivale c’è dunque chi affronta il pubblico nella sfida di fargli da specchio – impresa ardua e coraggiosa con soggetti abituati ad autorappresentarsi su una bacheca – la Sony ha in cantiere un altro film proprio su Facebook. Data di uscita prevista 2010: ci lavorerebbe Aaron Sorkin, che – manco a dirlo – ha aperto un gruppo ed un profilo proprio sul social network. Ma il suo è forse più uno studio dell’oggetto osservato, che non la confusione osmotica tra finzione e “realtà” virtuale. Quella la sperimentarono già, con Second Life, i creatori di CSI NY. Il 24 ottobre 2007 trasmisero “Nella tana del coniglio”, in cui il detective Mac Taylor usava un avatar per scoprire il killer. La produzione creò in parallelo una grandissima isola in Second Life dove i residenti nel mondo virtuale avevano due possibilità: o risolvere un “caso” mensile proposto dal produttore esecutivo (i “Murder by Zuiker”) o addirittura partecipare alle indagini dell’episodio per arrivare allo smascheramento del colpevole il successivo 6 febbraio. D’altro canto, per restare nella Capitale (come nel caso dei produttori di Feisbum!), anche il Cinema Festival Roma ebbe proprio quello stesso anno un suo doppio nel virtual world allora sotto i riflettori.

Stereoscopia, machinima e real life

Aimee Weber in un celebre scatto di Eva e Franco Mattes
Aimee Weber in un celebre scatto di Eva e Franco Mattes

Anche il cinema americano ha un kolossal in arrivo, rinviato a dicembre (era previsto per questa estate), dedicato – se non altro nel titolo – alle nostre protesi emozionali (come le chiama Gianluca Nicoletti): Avatar di James Cameron. Un lavoro in stereoscopia con protagonista un ex marine paraplegico che vive attraverso un avatar virtuale sul pianeta Pandora. Per certi aspetti il plot ricorda alcune scene di Matrix, ibridate con la Finestra sul cortile. Ma la sfida è aperta.

Una curiosità – segnalata da Mario Gerosa – è rappresentata ancora una volta dall’Italia, dove addirittura nel 1915 Carmine Gallone girò, nel cinematografo degli esordi, una pellicola intitolata proprio Avatar. Andando oltre la segnalazione di uno dei massimi esperti di mondi artificiali, risulta che il regista – come riferiscono Angelo Maria Ripellino e Francesco Savio nell’Enciclopedia dello Spettacolo fondata da Silvio D’Amico (1958) – immaginò scene di notevole audacia fantastica con fiammelle che si sprigionavano dai corpi e si ricongiungevano nell’etere.

C’è infine un ultimo possibile percorso di congiunzione tra “cinema” (in senso lato) e virtuale: il machinima. Un sistema che consente le riprese direttamente all’interno dei mondi virtuali. Ancora una volta un italiano, Bernardo Carboni (il regista di Shooting Silvio), serba un prodotto: VolaVola.

Ecco cosa ne scrive Marco Riciputi su Cafébabel:

VolaVola\FlyMe è il nome del film che vede il regista italiano Berardo Carboni – Finally Outlander l’alter ego in pixel – sdoppiarsi: una sola sceneggiatura ma due film identici, girati a Roma e su Second Life. Avremo Alessandro Haber, celebre attore italiano, che oltre a recitare come suo solito avrà anche un avatar a sua immagine per la versione virtuale. Poi ci sarà Aimee Weber, forse l’avatar più famoso del mondo, che interpreta se stessa e avrà una controparte in carne ed ossa. Per finire, l’attrice newyorkese Bibbe Hansen reciterà e animerà in prima persona anche il suo avatar. È un film d’amore e descrivere gli aspetti della vita contemporanea attraverso gli occhi di tre coppie cresciute in epoche differenti. La sceneggiatura è scritta insieme a Mario Gerosa, guru dei mondi virtuali e per la realizzazione del film si è ricorso ad un metodo di lavoro aperto: un sito myspace e un gruppo su facebook per invitare le persone a collaborare.

E’ il primo lungometraggio. Finora infatti si erano solo girati dei corti: Thetidia Connection di Adelchi Battista, My Second Life: The Video Diaries of Molotov Alva di Douglas Gayeton e Second Me di Anna Thommen prima al Festival del cortometraggio di Winterthur.