A Coltano, frazione di Pisa, duecento persone – con tanto di trattori e relativi manifestanti incatenati – si sono schierate davanti alla vecchia base radar. Non volevano la tendopoli per i poveri diavoli evacuati da Lampedusa. Tutti assieme, invece che sparpagliati. Cumulati, insomma. Certo non come sull’isola “immolata” allo tsunami di migliaia di disperati con l’effetto di produrre una doppia comunicazione. Verso le coste nordafricane: “Non venite, vi lasciamo sul molo tra gli stenti”. E verso le lande elettorali padane: “Non andranno oltre la Sicilia”. Ora devono esser concentrati in un campo, perché “clandestini”.

Un reato talmente bizzarro da costringere la Procura di Agrigento a iscriverne ben duemila nel registro degli indagati con questa accusa. E per i processi? Alle calende greche: troppi imputati.  Ad esser perfidi si potrebbe insinuare che la prescrizione breve potrebbe risolvere il problema. E che poi qualcuno venga a dire che non c’è una strategia riformatrice. Ma lo stesso Alfano ha rivelato quale invece – ad esser seri – sarebbe la soluzione per la Giustizia,  ingolfata anche nel resto d’Italia: ha annunciato l’invio di più risorse umane, con distacchi temporanei nel tribunale agrigentino.

Frattanto dall’altro capo del mondo il ministro dell’Immigrazione e delle Comunità culturali del Québec, signora Kathleen Weil, ha invece lanciato una campagna web. Il titolo? “Toutes nos origines enrichissent le Québec”, tutte le nostre origini arricchiscono il Québec. «Abbiamo elaborato questa compagna – ha detto – con la convinzione che accogliere bene gli immigranti permette loro di impegnarsi a fondo nella nostra società e con la convinzione che noi, invece, abbiamo il dovere di “accompagnarli” nel miglior modo possibile». Insomma, non esattamente l’«Immigrati föra da i ball» del ministro italiota Umberto Bossi. Ma quello è il Canada, mica l’Italia. “Ha una densità di popolazione di 3,5 persone per chilometro quadrato” si dirà. Eppure i cosiddetti clandestini, nell’Europa a 27, non arrivano all’un per cento sul totale e nella Penisola ce ne sarebbero la metà di quelli nel Regno Unito (dati in pdf). E allora che dire di Cecilia Malmstrom, commissario Ue che avrebbe annunciato in Tunisia che l’Unione europea vuole aiutare concretamente i rifugiati?

Il punto, semmai, è che i migranti non sono presi in considerazione per la loro natura umana – e per le loro qualità personali. In Italia come in Francia (dove i respingimenti per lo meno avvengono tra Mentone e Ventimiglia), sono ormai oggetti e strumenti di comunicazione. Sui media italiani trovano maggiore spazio le minoranze giuridiche, immigrati e rifugiati (40,4%), rispetto a quelle sessuali, quali gay e transessuali (30,6%), a quelle religiose (12,3%) o etnoculturali come rom e sinti (8,9%). Il restante 1,2 % è per gli ex detenuti. I dati sono stati rilevati da Minorities stereotypes on media (Mister Media), un osservatorio che monitorerà 24 ore su 24 per un anno tutte le fonti di informazioni televisive e radiofoniche su iniziativa del Centro d’ascolto dell’informazione radiotelevisiva, in collaborazione con il dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale de “La Sapienza” di Roma.

«C’è – ha detto Giampiero Gramaglia, ex direttore dell’Ansa – un’evidente distanza tra il quadro che i mezzi di informazione danno del fenomeno immigrazione e l’opinione pubblica sicuramente più ‘buonista’ e culturalmente non propensa al razzismo». E i contestatori di Coltano? Li interpreta il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, su Facebook: «Non faremo della Toscana una regione con il filo spinato! Non è il nostro modo di garantire la sicurezza, né di accogliere gli immigrati. Per questo sono solidale con i tanti cittadini, i sindaci, le associazioni che stanno facendo un presidio pacifico a Coltano». Ma se si sparpagliassero, accolti come furono i profughi del Kosovo tra la gente comune, o diretti verso altre località del continente per rifarsi una vita, quegli uomini, donne e bambini smetterebbero di essere – come sono già stati a Lampedusa – un “oggetto di comunicazione”.