Dragon BallLo ha detto Wired. Con queste stimmati di verità digitale impresse sulla carta, la notizia del sorpasso dei manga sui comics americani è diventato emblematico. Vi si potrebbe perfino trovare la ragione di una mutazione genetica disneyana: i cartoon Disney saranno infatti reinterpretati da artisti giapponesi per un mensile che proporrà alla prima uscita “Kingdon Hearts”, saga fantasy del Sol Levante.

Confesso di aver sempre guardato con un certo “interessato” sospetto il mio piccolo – ed i suoi coetanei – nei panni di fan delle serie giapponesi di Dragon Ball. Effetto del merchandising? Può darsi, pensavo. Di fatto la loro passione per le neomitologie nipponiche mi preoccupava un po’, finché – l’altro giorno – ho avuto piena contezza del mio analfabetismo di ritorno e della potenza della frequentazione (probabilmente) con Goku e compagni.

La storia dei Greci in quarta elementare era stata infatti introdotta con ricorso all’Olimpo ellenico. Mio figlio mi soverchiava di domande, affermazioni, dissertazioni sull’Iliade. Ma la cosa più strepitosa è avvenuta quando ho scoperto che la classe intera era divenuta un nido di fan del poema omerico, attratta dagli intrecci mitologici tra umani, Apollo, Afrodite eccetera. Effetto della “coltivazione” compiuta dai manga? Può darsi.

I miei sospetti hanno cambiato direzione.