La Finlandia è differente. Anzi, differenziata. Ed “egoista”. Una famigliola americana in vacanza ad Helsinki ha (involontariamente) pedinato, qualche giorno fa, due adolescenti finniche. Avevano appena raccolto due lattine di birra vuote nella metropolitana. Ignorate le pattumiere sulla loro strada, le ragazze sono filate ad un supermercato, dove – dopo aver inserito i barattoli d’alluminio in una macchina – hanno riscosso dall’apparecchio una piccola somma di denaro. «Grande popolo i finlandesi – hanno commentato, ammirati, i miei amici della terra di Obama – tengono pulito il loro Paese da soli».
L’egoismo insomma (a volte) fa bene. Altro che sensibilità etica, educazione ambientale e altre nobili considerazioni con le quali ci imbibiamo nella speranza di sensibilizzarci alla differenziata. Al massimo ci promettiamo che “un domani” le tasse rifiuti caleranno, per tutti: chi ha fatto la differenziata e chi – con un po’ di rodimento – se ne è altamente fregato. Il rapporto diretto costi benefici del singolo, invece, se gestito “politicamente” (e non populisticamente, termini in Italia oggi tra loro sinonimi), porta a benefici per tutti. Hic et nunc ,qui e immediatamente, per chi ricicla.
Nel 2008 i finlandesi hanno restituito il 94 per cento di bottiglie usa e getta, ricaricabili e lattine consumate.