Dopo un editoriale di Alesina e Giavazzi i nemici di scienze della comunicazione tornano alla carica. Un po’ come gli anti liceo…
Dopo un editoriale di Alesina e Giavazzi i nemici di scienze della comunicazione tornano alla carica. Un po’ come gli anti liceo…
Ma se qualcuno mi fosse venuto a dire fino a poco fa che in Italia esiste ancora la leva, gli avrei dato del disinformato. «La naja è stata abolita dal 2005» avrei ridacchiato. Ma quel sarcasmo mi è andato di traverso di fronte all’Albo pretorio. Ho guardato la data due volte: era febbraio 2012 e quella lista – con nome e cognome – era di ignari giovanotti classe 1995.
Una volta lo spauracchio era magari il compito in classe di matematica. Oggi c’è il test Invalsi a spaventare. E quel rompicapo che sarebbe dovuto servire a misurare le performance della scuola italiana è diventato una materia. Con tanto di libri di testo. Non resta che aspettarsi che per le vacanze sia consigliata la Settimana Enigmistica.
Si è aperta la caccia all’ Obama europeo. Non deve essere “alto, bello e abbronzato”. Ma poco ci manca. Dovrà avere meno di trent’anni, vivere in uno tra 37 dei Paesi del Vecchio Continente e appartenere ad una minoranza. Con buona pace, ovviamente, di cosa si intenda per “minoranza”. Anche perché gli organizzatori del contest di AtmosphEUROPA sono espliciti: «Ti devi defnire come tale. Altre persone che si sentono membri della stessa minoranza dovrebbero essere in grado di riconoscere e sostenere la tua candidatura».
Qualcosa non torna in termini logici? Gli organizzatori dell’ICLS la buttano in dialettica: «In Europe, you might notice, nobody is in a majority position». Il punto è che per “vincere” bisognerà prendere la maggioranza dei voti (dimostrando così di non essere una minoranza).