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Finalmente nella blogosfera qualcuno che si accorge dove sta il vero neo di Turisti Protagonisti, il sito del Ministero dei Beni culturali. E’ la presenza di una redazione che allontana l’iniziativa dal web come dimensione condivisa, c’è insomma un filtro che seleziona i materiali provenienti dal “basso”. Il timore che si inneschino fenomeni incontrollabili di conflitto è da sempre latente nella pubblica amministrazione, tanto da essere manifestato anche nelle linee guida per l’e-democracy. Certo altrove, come nel caso della Federal Trade Commission, l’apertura di un blog è stata senza dubbio un gesto di coraggio. D’altro canto non ci si può neppure illudere troppo sull’entità della partecipazione politica (in senso alto) che è possibile nella “società digitale”. A questa parola attribuisco infatti non il senso di intera collettività nazionale o globale, bensì di comunità circoscritta, quelli connessi (intellettualmente e tecnicamente). A tal proposito basti ricordare l’amaro in bocca che hanno avuto quanti – in occasione del referendum sulla procreazione assistita – avevano lavorato alla campagna tra bloggers illudendosi nella vittoria. E’ la riprova che non tutti sono collegati ad internet e quindi non se ne può enfatizzare troppo il ruolo, sebbene sia molto importante, di nuova sfera pubblica.