Foto di sebFlyteQuestione di equilibrio. Il Senato della Romania, come ben noto, ha stabilito che radio e tv devono bilanciare le notizie “cattive” con quelle “buone”. Ma la stessa notizia dell’approvazione della norma – non ancora promulgata dal Capo dello Stato – è intrinsecamente “equilibrata”: è una pessima novità per la libertà di stampa ed il libero pensiero, è un’ottima informazione per il deputato liberale Ion Ghise (al governo) ed il senatore Gheorghe Funar del partito nazionalista Grande Romania (all’opposizione) che l’hanno propugnata. D’altro canto, se la stessa regola valesse in Italia, sarebbe interessante capire come gestirebbero timoni e menabò rispettivamente i direttori de ‘Il Riformista’ e di ‘Avvenire’ di fronte – che ne so – al medesimo titolo d’apertura: “Il Governo boccia i Pacs”. Insomma, non ci vuol molto a capire che una notizia è “buona” o “cattiva” in ragione del contesto e del frame informativo in cui è inserita. Anzi, se proprio vogliamo andar a cercare il pelo dell’uovo, la sua natura – sotto questo profilo – dipende anche dallo stato psichico, economico, affettivo o relazionale in cui si trova – in quel momento – il lettore. Per non dire del contesto di consumo dell’informazione o i cosiddetti “valori notizia”. Se scrivere che il prezzo del denaro è calato farà la gioia di chi è costretto ad indebitarsi, di certo non manderà in brodo di giuggiole chi invece ha liquidi da investire. Le gente – secondo i parlamentari rumeni – dovrebbe invece poter percepire «in modo equilibrato la vita quotidiana, dal punto di vista psichico ed emozionale». Insomma, l’idea di bilanciare il bene ed il male nel flusso delle news, dovrebbe offrire una chance di equilibrio psichico. Quello che deve esser mancato a chi ha votato a favore di una simile castroneria.