technorati tags: internet, www, web, Berners-Lee, BBC, blog

Alla faccia degli integrati, ma anche degli apocalittici. Tim Berners Lee, il papà del world wide web secondo al vulgata corrente, ha manifestato alla BBC le sue preoccupazioni per il futuro di internet. Ombre che si stagliano dall’oggi, dall’uso della rete per la disinformazione ed il sovvertimento della democrazia. Un j’accuse (ecco l’audio) verso l’informazione non verificabile, verso le campagne denigratorie, verso le falsità che emergerebbero dalla blogosfera e dal resto dei network collaborativi ed open space? Forse, ma non troppo. La libertà concessa dalla rete è tale da mettere in crisi quella che era una delle utopie originarie: il web come fenomeno collaborativo, la radice di una rivoluzione digitale di cui è stato cantore – seppur controverso – il nostro Giuseppe Granieri (e del quale ancora non si legge commento su queste affermazioni di Berners Lee). Eppure a ben vedere il guru del web afferma soltanto una cosa che – per lo meno a chi scrive – sembra evidente, seppure poco osservata: internet non è una scienza da informatici, ingegneri o geek (gli smaliziati dell’informatica). Berners Lee propone un centro di ricerca che affini – con l’apporto multidisciplinare – la messa a punto di una scienza di internet, un metodo per comprendere le derive di questo mondo che parrebbe sfuggire di mano a chi ne ha esaltato la portata innovativa. In realtà il suo appare come un appello a non sottovalutare lo strumento, a non relegare – per analogia a quanto avviene in aziende ed istituzioni – la gestione del web ai servizi informatici. Insomma a non affidare lo studio della scrittura di un telegramma al telegrafista.