Il logo di Adopte
Il logo di Adopte

Eravamo abituati alle discoteche con accesso gratuito per le ragazze. I vecchi gestori – di quale riviera fossero non importa – sapevano che quello era il valore aggiunto, la merce da esporre. Oltralpe furoreggia invece Adopteunmec.com, un sito dove in vetrina finiscono i ragazzi. L’uomo-oggetto è il bene che viene offerto – e non certo per cuori solitari, bensì per chi mira al sodo. Adopte è originale – si dice – perché è riuscito in un anno ad attirare un pubblico femminile. E non solo perché – come sarebbe facile osservare con un pizzico di disincanto – si presenta alle “patite dello shopping”  con il nome di supermercato.

I maschi pagano un abbonamento, se vogliono avere visibilità, più opportunità, una connessione decente tra le 18 e l’una di notte. Je suis un blog si è addirittura divertito a fornir consigli tecnici su questa che ritiene una delle net-rivoluzioni della sessualità. Anche perché qui a fare i romantici, si rischia di venir presi per vecchie zie. La piattaforma è consumazione-orientata (e non quella che avevi inclusa nel biglietto della discoteca). Ma la particolarità è altrove. A fare il primo passo non possono essere gli uomini, ma le rappresentanti dell’altra metà del cielo. Questa non è una rivoluzione, accade da tempo ormai, semmai lo è che i due soggetti del dialogo non sono sullo stesso piano. La piattaforma fa pensare alle donne di essere su un gradino diverso. E i maschietti partecipano? Secondo i gestori i rappresentanti dei due sessi iscritti sarebbero metà e metà.

Due milioni di pagine viste al giorno, tempo medio di connessione di venti minuti, il sito di “incontri” virtuali dispensa consigli qualora si intenda fare il salto nella realtà. Quella fisica, si intende: scegliere per il rendez-vous luoghi pubblici, locali frequentati o bar. Ed avvisare amici e conoscenti di quanto si sta per fare. Evidentemente il mondo unwired è più pericoloso di quello online.