Marchi storici degli apparecchi tv abbandonano il campo. Ma più che il televisore ad aver concluso un’epoca è la televisione ad aver concluso il suo ciclo.
Marchi storici degli apparecchi tv abbandonano il campo. Ma più che il televisore ad aver concluso un’epoca è la televisione ad aver concluso il suo ciclo.
Uno spot della Dc del 1987, riemerso grazie alla Rete, sembra anticipare quelli alla mulino bianco. Ma anche altro: il suo slogan era “Forza Italia”…
Saranno cose che capitano la sera d’estate. Ti chiedono di parlare pubblicamente – all’aperto e in uno stupendo cortile storico (con Carlo Infante) – di Facebook, non sapendo loro che rischi di straparlare, con successivi tuoi rimorsi per il tèdio prodotto nell’uditorio. E può capitare che ti ritrovi, invece che a dibattere solo di “social/personal media”, a raccontar di televisione.
Prima era un sospetto. Ora è quasi una certezza. E’ come se il navigatore mi volesse dimostrare – ed è di questo che mi trovo sempre più persuaso – della sua indispensabilità. Non che fosse un disegno preordinato di qualche astuto programmatore nei panni del grande fratello del marketing, quanto semmai un naturale portato dell’ibrida esistenza che conduciamo.
L’iPad è stato inventato nel 1968 in “2001: Odissea nello spazio”. E’ bastata una sequenza del film di Kubrick per indurre i legali della Samsung di non aver violato brevetti di Apple con il loro tablet: la casa di Cupertino non aveva diritto a quel brevetto, l’oggetto era già stato inventato (e riutilizzato in serie tv tra cui Star Trek). Poco importa se si trattava di fiction. D’altronde anche i Tribunali ricostruiscono verità giudiziarie sulla base di una messa in scena fittizia. Da un paio di millenni.