Un po’ gruppo di acquisto solidale. Un po’ Ikea. Un po’ web partecipativo. E soprattutto molto azienda globale, al pari di tante grandi farm delocalizzate ai quattro angoli del pianeta. Specie quelli dove il costo del lavoro è ridicolo. Myfab, il “primo” sito di produzione on demand, vorrebbe essere tutto questo. Che sia “il primo” può dircelo solo la grandeur francese. Di certo è un modo per saltare gli intermediari: i prodotti che vuoi, li scegli, li voti e l’azienda transalpina te li manda in produzione. In Cina, ovviamente. Con risparmi clamorosi (fino al 70%). Ma anche tempi biblici per la consegna (9 settimane in media per tornare dall’estremo oriente. Vantaggi tutti questi, comunque, rispetto ai prodotti di marca.
Design democratico, si dice. Anche perché un prodotto – si spazia dagli arredi all’abbigliamento, dalle stampe alle attrezzature per lo sport – prima di andare in produzione viene messo al voto dei clienti. Se quel che hai scelto viene eletto – e mandato in produzione – ti spetta uno sconto del 10% all’acquisto. Ed è probabile che accada, insomma una specie di primarie dello stile. Poi magari ci esce l’imitazione del marchio celebre (le fabbriche, infatti, potrebbero essere proprio le stesse). Ma poco importa.