Sono come i bigliettini e gioco dell’impiccato, ma escono dall’aula. E tra chi suggerisce “da fuori”, per assurdo, ci sono pure genitori. Urge non solo fronteggiare emergenza ma pure un’alfabetizzazione digitale.
Sono come i bigliettini e gioco dell’impiccato, ma escono dall’aula. E tra chi suggerisce “da fuori”, per assurdo, ci sono pure genitori. Urge non solo fronteggiare emergenza ma pure un’alfabetizzazione digitale.
Kennedy, Giovanni Paolo II e Papa Francesco corrispondono emblematicamente a tre incarnazioni della comunicazione negli ultimi cinquanta anni.
Sherry Turkle studia i genitori distratti dallo smartphone: non si curano dei figli. La Nielsen: però fanno più soldi di quanti usano i cellulari tradizionali.
Il passaggio al digitale terrestre? A Roma è una questione sociale. Lo dice il sindaco Alemanno, lo conferma la Regione, che si accinge a stanziare un milione di euro. La televisione come bene di prima necessità. Al pari del cellulare, si direbbe. Talmente vero che sulle tariffe degli sms – ora graziosamente portati dalle compagnie telefoniche a 13 centesimi di euro l’uno – è intervenuta Bruxelles fissando il tetto massimo esigibile a 11 più Iva. E che pensare allora del messenger per i più giovani (e non solo)? La figlia di un collega, al quale ho risuscitato con Ubuntu e Pidgin la messaggistica di un notebook decotto, mi ha detto testualmente: «Mi hai salvato la vita». Come qualche vita potrebbe salvare a Teheran – secondo il filone dei tecnoentusiasti – la mancata manutenzione programmata di Twitter, che così continua a funzionare senza soluzione di continuità come ultimo baluardo di democrazia durante la rivolta post-elettorale. O almeno così vogliamo credere, sebbene sia impensabile che la piattaforma non possa essere oggetto di cinguettii di servizi segreti iraniani ed occidentali. Ma la rete ci racconta che agli iraniani basta semplicemente settare un proxy diverso, generosamente messo a disposizione (come in questo caso), per eludere il Grande Fratello persiano.
Telefonare all’altro mondo è possibile. Da oggi una pattuglia di tester avrà a disposizione AvaLine, un numero con il quale i residenti in Second Life potranno ricevere telefonate dalla cosiddetta “vita reale”. Via cavo, mobile o voice over ip. Linden Lab proclama che si tratta di una pietra miliare per le relazioni tra chi vive dentro il metaverso e chi ne resta fuori. Il lancio definitivo del servizio è previsto per il terzo quadrimestre del 2009. Frattanto va in download anche un sistema analogo di istant messaging dentro/fuori (SLim) che non richiede più l’utilizzo del pesante client di Second Life per chattare.
L’introduzione della voce, 18 mesi or sono, nel più celebre (e vituperato) mondo virtuale aveva provocato delle piccole rivoluzioni. La più divertente era quella dello smascheramento di chi aveva scelto un avatar di un sesso diverso dal proprio, con danni inimmaginabili per le escort “sotto mentite spoglie”. Ma gli ingegneri della Linden Lab hanno annunciato ora un rimedio: stanno sviluppando i “voice fonts”. Gli avatar, in altri termini, potranno personalizzare la loro voce “mascherandola” da donna francese, annunciatore sportivo eccetera. A pagamento, ovviamente. Con 15 miliardi di minuti dichiarati di utilizzo della voce sulle isole di Second Life per 700 mila utenti unici sembra un campo tutto da esplorare nelle relazioni umane (seppur artificiali).
Il nodo però resta sempre quello della “persistenza” di tali connessioni.