Foto di panavatarL’Italia è una repubblica fondata sulla ruota della fortuna. Ed ora che è morto Mike Bongiorno –  “padre della patria”, tanto da volerlo senatore a vita (Sognarsi Bongiorno al question time) – ci si rende conto sempre più che essa si è evoluta in una democrazia a “pacchi”. Le matrici, anzi i format, sono statunitensi: Wheel of Fortune e Deal or No Deal. Altro che Calamandrei, Einaudi, Pertini e gli altri padri costituenti.

Ma gli sviluppi sono tutti all’italiana. Per aver successo non c’è merito che tenga. Il motto di Appio Claudio Cieco, Quisque faber fortunae suae (ciascuno è artefice della propria sorte), sembra ormai lingua morta per i più. O “ti fai da te”, come sostiene il premier offrendosi quale (discutibile per alcuni) modello, o – se non ci riesci – devi sperare nella dea bendata.  Non sembrano esserci vie di mezzo.

I supermercati Tigros di Varese hanno messo in palio 10 posti di lavoro con una lotteria tra i clienti. Altro che curricula per trovar un impiego. Ci vuole un bel colpo di sedere. La tv, in fondo,  è grande maestra di vita: non devi saper far nulla, non importa se non sai far nulla. L’exemplum vitae del tronista, della velina, della sgallettata che emerge solo per le sue grazie è ormai radicato. Che ha radici “nobili”, in un certo modo legate al Bongiorno nazionale seppur costui valorizzava la bravura dei concorrenti per “contrappunto”.

Leggi →