Le raccomandate me le consegno da solo. Sono un modello di prosumo. Un’occhiata alla cassetta, e se c’è l’avviso – di norma il sabato, in tarda mattinata – so che il lunedì successivo sono di turno. Mi presento all’ufficio postale, e mi autoconsegno la raccomandata. Ma solo dopo le 10.30, prima la busta non me la danno. L’ho fatto perfino per le assicurate. Vale poco dire che a casa c’è sempre qualcuno, che neanche il campanello è stato usato. La cassetta è in strada, non vivo né a Mantova, Rovigo o Bari dove i postini non suonano neanche una volta, ma per la corrispondenza ordinaria. Non me le consegnano quelle raccomandate. Neanche i miei involontari “collaboratori”, vale a dire gli impiegati dello sportello che mi cercano la posta che devo autoconsegnarmi, hanno colpe. Non sono loro che si occupano del recapito, i postini appartengono ad un’altra “famiglia” aziendale. Il processo di esternalizzazione ha infettato lo Stivale almeno dal 2008, che accoppiato con le logiche da aziendalizzazione in regime di monopolio ha fatto il resto.