Mi hanno eletto presidente di un consiglio di istituto. Argh!
Mi hanno eletto presidente di un consiglio di istituto. Argh!
Emette l’80 per cento di anidride carbonica in meno degli attuali carburanti. Genera maggiore potenza nelle auto. Ne produciamo in Italia una quantità considerevole. Eppure continuiamo ad andare a petrolio.
Italia: il paradosso dei carburanti biologici – Corriere della Sera
Confesso che quando creai questo secondo blog l’idea mi stuzzicava. Tanto che ho scelto come motto quella frase di Borges sul rapporto tra originale e traduzione. Ed ora sta accadendo. Dal sistema di rilevazione statistica, gli accessi a questo weblog “aggiornato” quotidianamente si equivalgono con quello invece apparentemente abbandonato. Sono divenute due facce della medesima medaglia, tanto che sto accarezzando l’idea di cominciare ad aggiornarli in simultanea, ma seguendo per ognuno una strada diversa. Un giardino di sentieri che corrono in parallelo, talora si incrociano, talora si perdono. Ed insieme un bel rompicapo per chi mi segue. Ma io sono abituato a perdermi.
technorati tags: Yahoo, Cina, RSF, mercato, capitalismo, libertà, diritti, commercio
Yahoo! è finita per l’ennesima volta sul banco degli accusati in occasione della cybermanifestazione contro i 13 Stati canaglia del web. L’indice è puntato – e da Reporters sans Frontières – contro la cosiddetta collusione col regime cinese che comprimerebbe la libertà sul web dei cittadini di quel Paese. Ma l’azienda statunitense non incassa in silenzio e si difende utilizzando i concetti di “presenza” e di conseguente “influenza”. Essi sarebbero fattori che operano – par di capire tout court, “a prescindere” da altri condizionamenti – per i principi di libertà di parola e di espressione. E’ qualcosa che ricorda teorie liberali classiche, come quella economica della mano invisibile. Invece che con le armi la democrazia occidentale può esser portata infettando i regimi autoritari col germe del libero mercato. In fondo è stata la bandiera della missione in Cina della delegazione governativa italiana e della stessa Emma Bonino, in genere tutt’altro che tenera in materia di lotta alle violazioni dei diritti umani. Eppure stavolta c’è qualcosa che suona male in questa speranza di magnifiche sorti e progressive, sebbene di stampo liberal.
technorati tags: internet, www, web, Berners-Lee, BBC, blog
Alla faccia degli integrati, ma anche degli apocalittici. Tim Berners Lee, il papà del world wide web secondo al vulgata corrente, ha manifestato alla BBC le sue preoccupazioni per il futuro di internet. Ombre che si stagliano dall’oggi, dall’uso della rete per la disinformazione ed il sovvertimento della democrazia. Un j’accuse (ecco l’audio) verso l’informazione non verificabile, verso le campagne denigratorie, verso le falsità che emergerebbero dalla blogosfera e dal resto dei network collaborativi ed open space? Forse, ma non troppo. La libertà concessa dalla rete è tale da mettere in crisi quella che era una delle utopie originarie: il web come fenomeno collaborativo, la radice di una rivoluzione digitale di cui è stato cantore – seppur controverso – il nostro Giuseppe Granieri (e del quale ancora non si legge commento su queste affermazioni di Berners Lee). Eppure a ben vedere il guru del web afferma soltanto una cosa che – per lo meno a chi scrive – sembra evidente, seppure poco osservata: internet non è una scienza da informatici, ingegneri o geek (gli smaliziati dell’informatica). Berners Lee propone un centro di ricerca che affini – con l’apporto multidisciplinare – la messa a punto di una scienza di internet, un metodo per comprendere le derive di questo mondo che parrebbe sfuggire di mano a chi ne ha esaltato la portata innovativa. In realtà il suo appare come un appello a non sottovalutare lo strumento, a non relegare – per analogia a quanto avviene in aziende ed istituzioni – la gestione del web ai servizi informatici. Insomma a non affidare lo studio della scrittura di un telegramma al telegrafista.